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Caratteristiche degli Scanner Radio

Un primo approccio alle specifiche tecniche ed all'uso dei ricevitori scanner

Quando consultate la scheda che descrive un apparato sono molti gli elementi da valutare. Probabilmente alcune informazioni vi saranno famigliari se già conoscete i rudimenti della radioelettronica mentre altri aspetti in mancanza di conoscenze in materia sembreranno difficili da interpretare. Qui ci concentreremo sugli aspetti principali, quelli che all'atto pratico fanno la differenza.

Copertura in frequenza

Molti modelli di scanner, compresi anche degli apparati economici, offrono una copertura continua che si estende grossomodo tra 0.5 MHz e 1300 MHz. Dunque la sintonia inizia dalla banda delle Onde Medie andando a proseguire per le HF, le VHF e la prima parte delle UHF. I ricevitori desktop di alte prestazioni ed alcuni portatili estendono il limite superiore che giunge a 2000 MHz od anche oltre. Altri modelli invece, prevalentemente indirizzati al mercato nord-americano, offrono una copertura limitata a specifici segmenti e non continua come poc'anzi delineato. Si tratta di apparati ugualmente interessanti in quanto tra le frequenze sintonizzabili vi sono le porzioni radioamatoriali e le bande civili V/UHF. Se ci si appresta ad un primo acquisto va chiarito che la reale possibilità di ascolti sotto i 25 MHz dipende molto dalla dinamica degli stadi RF del ricevitore, la disponibilità di antenne adatte e non ultimo dalla possibilità di demodulare la SSB. Sostanzialmente questa porzione di frequenze è un bonus utile per curiosare su talune emissioni ma le prestazioni, almeno per gli apparati portatili, sono di fatto modeste.

Invece di iniziare con un confronto tra i vari modelli puntando a quello che garantisce maggiore estensione in frequenza è utile soffermarsi prima sulle bande che effettivamente vedono il nostro interesse. Solo dopo verificare quale apparato opera al meglio entro questi limiti. Naturalmente a seconda della frequenza la sensibilità e la capacità di trattare deboli segnali prossimi a forte emissioni, possibile causa di interferenze, varia da modello a modello. Questo giustifica che uno scanner adatto per un particolare utente potrebbe deluderne altri. Vediamo intanto la collocazione dei principali servizi radio sullo spettro radio.

   PMR :
25
88
174
280
380
470 MHz
   Aereonautica :
25
88
174
280
380
470 MHz
   Nautica :
25
88
174
280
380
470 MHz
   Radioamatori :
25
88
174
280
380
470 MHz
   Radiodiffusione FM / DAB :
25
88
174
280
380
470 MHz

Abbiamo limitato la grafica all'intervallo tra 25 e 470 MHz essendo questo il nucleo dove si svolge la maggior parte delle attività di nostro interesse. Le bande superiori meritano attenzione chiaramente, anzi come trend sono destinate a divenire sempre più protagoniste. Per un approccio iniziale al mondo degli scanner permane in ogni caso la centralità delle frequenze inferiori ai 470 MHz.

La grafica offre una visione di insieme delle bande interessate ai diversi tipi di ascolto. Rammentiamo che stiamo osservando i soli principali servizi radio, non ci è utile al momento andare su maggiori dettagli. Dato che sovente si scambiano opinioni con altri appassionati sulla bontà di un apparecchio è comunque indispensabile cercare di comprendere per cosa è stato valutato. Un parere, pure corretto, nato dall'ascolto del servizio aeronautico sui 118~137 MHz (modo AM) dice poco o nulla sulle prestazioni del medesimo ricevitore negli ascolti dei radioamatori in banda 430 MHz (modi SSB/FM/D-STAR). Si presti dunque la massima attenzione non solo ai giudizi ma alle condizioni d'uso che ne motivano i contenuti.

Selettività

A parte le comunicazioni aeronautiche gli altri servizi radio VHF/UHF su reti analogiche operano con emissioni FM e su canali distanziati gli uni dagli altri tipicamente di 12.5 KHz. La selettività, cioè la capacità del ricevitore di attenuare i segnali estranei al canale sintonizzato, è dunque finalizzata per adattarsi a questa condizione. Quasi tutti gli scanner offrono una selettività nominale entro 12~15 KHz. Con ciò significa che utilizzano un filtro passa-banda che riduce via più il segnale quando cade oltre tale soglia.

La reale efficacia di questa azione dipende dal tipo di filtro. Gli scanner portatili ed i desktop di alte prestazioni sono molto differenti sotto tale aspetto, i primi infatti impiegano filtri ceramici con modesta pendenza nella curva di attenuazione. Come intuibile un apparato economico e contemporaneamente che viene realizzato entro un ridotto spazio deve rispettare dei compromessi e tra questi l'uso di componenti elettronici di prestazioni mediocri. Si ponga attenzione. All'atto pratico se effettuate degli ascolti con un portatile, senza pretendere sempre un comportamento perfetto dal ricevitore, non vi è una particolare esigenza riguardo la bontà della selettività. Al contrario qualora vi trovate ad operare una stazione fissa e desiderate avere prestazioni certe è d'obbligo selezionare un apparato che offra una selettività massima di 15 KHz a -6dB con una pendenza che a -60dB non vada oltre i 25 KHz.

Attenzione!

Si cerchino sempre i dati riguardo la selettività nelle schede descrittive degli apparati. Se queste informazioni non vengono riportate od appaiono incomplete quasi sicuramente significa che le prestazioni del ricevitore sono mediocri.

Abbiamo accennato che il valore di circa 15 KHz per la FM è da porsi in relazione alla distanza tra canali adiacenti. Ciò non toglie che per evitare interferenze da forti emissioni presenti sul canale inferiore o superiore rispetto quello sintonizzato si possa impiegare un filtro più stretto. Ridurre il passa-banda porta in questo caso ad un aumento nella distorsione audio ma contemporaneamente permette di migliorare l'ascolto poichè cresce la reiezione all'emissione indesiderata.

Per tale ragione alcuni scanner, prevalentemente per installazione fissa, offrono l'opzione di scelta tra due larghezze di banda. I valori tipicamente sono attorno 15 e 6 KHz. Si tratta di una funzione che probabilmente verrà usata raramente, infatti 6 KHz sono perfetti per le comunicazioni AM ma inadatti all'FM. L'utente impiegherà dunque di prassi il filtro largo per eventualmente passare a quello stretto solo qualora sia necessario. Nelle poche occasioni in cui si dimostra utile la selettività di 6 KHz garantisce comunque di poter seguire una emissione anche in parti dello spettro radio molto affollate. A quanti intendono dedicarsi con serietà ed in modo continuativo al radioascolto VHF/UHF consigliamo senz'altro di scegliere un apparato che offra questa caratteristica.

Riguardo le comunicazioni digitali, indipendentemente dallo standard, data la natura complessa dei segnali vi è un solo valore ottimale per la larghezza di banda del filtro. Genericamente parlando la selettività degli apparati si accorda pienamente a tale esigenza, chiaramente i ricevitori di maggior pregio a parità di valore nominale del filtro garantiranno una maggiore pendenza di attenuazione per le frequenze inferiori e superiori migliorando in questo modo la reiezione dei segnali presenti su canali adiacenti. Discorso a parte meritano i dongle USB ed i ricevitori SDR, qui in virtù della configurazione circuitale il parametro selettività viene determinato a livello software e non hardware. Rimanendo su un piano di discussione generale è corretto affermare che questa soluzione garantisce le migliori performance. Lascia però talvolta come onere la scelta tra diverse impostazioni, scelta che per essere compiuta al meglio richiede un preciso background tecnico da parte dell'utilizzatore.

Gestione delle memorie

Generalmente parlando le memorie sono una risorsa di gestione, di per se non vanno ad incidere sulle prestazioni di un apparato che funzionerà egualmente bene con 10 quanto con 5000 locazioni. Si tratta in ogni modo di una risorsa importante poichè nell'uso concreto di uno scanner ci si trova spesso a destreggiarsi tra una gran quantità di frequenze in base al servizio, l'area geografica delle operazioni, la rete di appartenenza, la priorità degli ascolti, eccetera.

Come abbiamo già posto in evidenza parlando delle reti trunking in linea di principio è opportuno acquistare un apparato che disponga di molti banchi di memoria. Se però il vostro interesse si indirizza verso le reti tradizionali, ovvero i molti servizi civili e non che impiegano ciascuno una singola frequenza od un singola coppia nel caso dei ponti radio, un diverso elemento va considerato. Quando si registrano decine se non centinaia di canali in uno scanner diviene difficile ricordarsi a cosa corrisponde ad esempio la 430.3250 MHz oppure dove è stato memorizzato il canale relativo alla torre di controllo del locale aeroporto.

Per risolvere tali inconvenienti gli apparati di produzione più recente affiancano ad ogni locazione una etichetta alfanumerica su cui l'utente può scrivere un termine che identifichi la frequenza. Questa opzione è realmente utile e va considerata soprattutto se già disponete di una notevole mole di frequenze da inserire nello scanner. Allo stesso modo una etichetta alfanumerica consente di organizzare le memorie e la ricerca al loro interno. Potremmo ad esempio inserire le frequenze più attive in campo radioamatoriale dando il nome comune HAM, quelle marittime usando il nome NAVI, quelle aeronautiche usando il nome AERO, eccetera. In tal modo le ritroveremo con facilità. L'immagine che segue dimostra quanto descritto.

Abbinamento frequenza / etichetta alfanumerica per le memorie di uno scanner

L'esempio riguarda una scrittura in memoria che non utilizza banchi separati ma locazioni sequenziali. Al vero spesso ci si trova a memorizzare dei canali in tale forma senza curare preventivamente una organizzazione in gruppi, anche se il vostro apparato consente di gestire liberamente numero e divisione delle locazioni rimane comunque buona norma impiegare qualche secondo in fase di input per l'editing alfanumerico della frequenza.

Un'altra possibilità concerne il collegamento dello scanner ad un computer per leggere e scrivere le memorie. Questa opzione è utile come intuibile per spostare un intero database tra radio e PC riuscendo, grazie a questo livello di gestione, ad organizzare ed aggiornare migliaia di frequenze senza tediose procedure di inserimento manuale sui tastini del ricevitore. Non è tutto. Per mezzo di questo accesso alle memorie interne è possibile anche clonare il contenuto di uno scanner in un altro, naturalmente se di uguale modello e/o con database compatibile.

Gestione del canale prioritario

Quasi tutti i modelli di ricevitori scanner offrono la funzione canale prioritario, si tratta di una opzione veramente molto utile. Nella sostanza questa funzione vi consente di sintonizzare liberamente l'apparato mentre ogni definito intervallo di tempo vi è un breve monitoraggio di una frequenza inserita in una memoria speciale, detta prioritaria, allo scopo di verificare se qui vi è del traffico radio. Quando su tale canale risulta presente un segnale sufficientemente intenso da superare la soglia dello squelch lo scanner rimarrà qui bloccato facendovi ascoltare la comunicazione, terminata l'emissione il meccanismo riprende come in precedenza.

La particolarità di questa forma di ricerca tra due frequenze è che l'utilizzatore rimane sintonizzato quasi tutto il tempo su di una frequenza, che può essere modificata liberamente con l'apposito comando rotativo o con il tastierino numerico, mentre unicamente per brevi istanti vi è un spostamento sul canale che desideriamo tenere sotto controllo. Il meccanismo è semplice quanto efficace, da la possibilità di fare radioascolto su una frequenza od una banda a piacimento senza per questo che si perda l'azione che ha luogo nel canale in sottofondo al quale attribuiamo un particolare interesse.

La grafica rappresenta un esempio tipico della tempistica di azione della funzione che stiamo descrivendo. Come il disegno mostra lo scanner è sintonizzato a 172.225 MHz, la frequenza del VFO, dove rimane tutto il tempo ad eccezione di un spostamento ogni 5 secondi sul prioritario qui posto a 432.750 MHz dove l'ascolto si protrae per 1 secondo. Questo ping-pong è continuo, anche quando decidiamo di agire sul VFO per spostarci a 172.250 MHz il monitoraggio del canale prioritario non subisce modifiche.

La modalità di ricerca con l'impostazione di un canale prioritario

L'uso di questa funzione incontra una esigenza pratica molto sentita nel radioascolto V/UHF. Difatti non è raro che si voglia tenere d'occhio un canale dove sappiamo che le trasmissioni sono sporadiche, con lunghi intervalli che vedono l'assenza di comunicazioni radio, mentre per non annoiarci seguiamo un canale ben più attivo anche se forse meno interessante. Un modo per ottimizzare la sessione di ascolto dunque che solleva l'operatore dall'agire manualmente per repentini cambi di frequenza. Da notare che il canale prioritario può essere su tutt'altra gamma e modo rispetto l'impostazione del VFO. Ad esempio possiamo memorizzare il canale prioritario su un ponte radioamatoriale in banda 70 centimetri in modo NFM mentre siamo sintonizzati in banda aeronautica nel modo AM.

Attenzione!

Questa funzione ha un nome diverso a seconda di chi produce l'apparato. Tenetelo presente quando confrontate le caratteristiche di più scanner. Al posto di canale prioritario potremmo leggere dual watch od ancora dual window. A rigore queste funzioni sono simili ma non uguali sebbene i termini vengono spesso impiegati come sinonimi.

Strumenti S-meter

Il termine S-meter è ben conosciuto in ambito radio ma non famigliare a coloro che utilizzano gli scanner da poco tempo. In sostanza si tratta del strumentino che ci mostra l'intensità del segnale ricevuto. Una funzione molto utile ma che necessita di alcuni chiarimenti. Iniziamo con il significato del termine che indica la misura dei punti "S" ovvero la scala che per ragioni tecniche e storiche valuta la potenza del segnale su un campo che va da 0 a 9 oltre i quali si usa indicare di quanti deciBel il segnale supera S9. Ma gli S-meter non sono tutti uguali, anzi ve ne sono di ottimi ed altri sostanzialmente inutili. Dal punto di vista generale possiamo fare una netta distinzione tra strumenti analogici e digitali.

Di seguito vedete un bel esempio di S-meter con la classica lancetta che si muove dinanzi una scala graduata, come osservate nella figura il segnale sintonizzato ha intensità pari a S8. Gli strumenti analogici basati su movimento meccanico, od anche le emulazioni che gli rappresentano su uno schermo nel caso di ricevitori controllati da PC, offrono una lettura immediata e gradevole ma soprattutto ci danno modo di apprezzare le minime variazioni sul segnale. In altre parole la risoluzione è molto fine potendo stimare con facilità se l'intensità del segnale si abbassa solo di poco, come può essere una indicazione che da S8 diviene S7 e mezzo e successivamente si rialza a quasi S8 ma un po' meno tanto per dare un'idea.

S-meter con visualizzazione continua, ovvero analogica o sua emulazione

In molti apparati, e su tutti i portatili, invece si fa uso degli S-meter digitali non dissimili dalla figura seguente. Qui l'intensità del segnale è visualizzata in modo discreto da un certo numero di segmenti, come siamo abituati ad osservare nei nostri smartphone. In effetti la similarità deriva dalla medesima esigenza ovvero offrire una indicazione qualitativa che risponda alla domanda il segnale è debole, medio oppure forte? senza soffermarsi su quanto in realtà sia debole o forte. Il numero di segmenti fa la differenza tra uno strumentino e l'altro, solitamente i modelli di scanner economici o comunque poco attenti per questa funzione fanno uso sul display da un minimo di 4 a un massimo di 10 segmenti. Scanner avanzati o di nuova generazione invece adottano un minimo di 15 segmenti.

S-meter con visualizzazione discreta, ovvero digitale a trattini

Un'altra particolarità degli strumenti digitali è che quasi sempre non accompagnano la progressione dei segmenti con una indicazione numerica. Non si potrà dire il segnale è a S8 ma solamente sono attive tre tacche, questa differenza nella fruizione non è solo un formalismo poichè se nel nostro apparato il numero dei segmenti è elevato risulterà in ogni caso difficile riconoscere al primo sguardo quale sia l'intensità relativa dell'emittente sintonizzata. Considerate inoltre che nella maggioranza degli apparati la risoluzione è grossolana e non può servire per apprezzare piccole variazioni.

Quali le considerazioni pratiche?

Ci si può chiedere se l'attività di radioascolto effettivamente necessita di uno S-meter che sia capace di mostrarci le piccole variazioni che possono contraddistinguere i segnali captati. La risposta è positiva ma va chiarito a quale ambito di radioascolto ci riferiamo, l'interesse per la ricezione delle emittenti V/UHF con uno scanner può avere difatti indirizzi molto vari. Vediamo ora un paio di situazioni, tra le molte, dove risulta comodo possedere un apparato con strumentino ad alta risoluzione.

Il riconoscimento delle reti radio. Alcuni canali vedono la presenza di stazioni od anche reti diverse, discriminare tra queste utenze non è banale come sembra. Poniamo ad esempio di sintonizzare una frequenza ove trova posto l'uscita di un ponte radio, ogni stazione che attiva detto ponte verrà ascoltata con uguale intensità. Se però nella medesima frequenza è presente un secondo ponte collocato in altra località ecco che registreremo più livelli di intensità in relazione a quale impianto sta trasmettendo. Constatare tali differenze in potenza ci permette di ottenere una fotografia di quanti e quali strutture occupano un canale radio. La stessa indagine ottenuta con il solo ascolto dell'audio, senza il supporto di uno S-meter, risulta molto difficoltosa.

Studiare i fenomeni propagativi. Soprattutto nelle VHF è relativamente frequente imbattersi in condizioni di propagazione che ampliano il raggio di ascolto. In tali frangenti stazioni distanti fanno capolino a fianco delle emittenti che già abitualmente occupano il nostro spettro radio. I fenomeni propagativi hanno una evoluzione, una firma per così dire, che dipende dalla loro origine. L'E-sporadico, le riflessioni via cortina aurorale, ed altri modi presentano forme e tempi di variazione nell'intensità dei segnali che ne caratterizzano la loro presenza. Individuare e sfruttare al meglio tali opportunità d'ascolto richiede pertanto di osservare come muta la potenza di una stazione.

Gli scanner offrono svariate funzioni e molti sono dunque i parametri da valutare

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