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Sguardo Professionale

L'attività radio del MiSE, il Ministero dello Sviluppo Economico

Il monitoraggio radio non è solo hobby del radioascolto ma pure, e per certi versi soprattutto, una attività di natura professionale. Anni addietro gli uffici regionali Escopost, termine ora obsoleto ma che fa ancora parte della memoria storica, svolgevano compiti tecnici ed amministrativi nel controllo delle emissioni radio. Tali servizi dipendenti dall'ex Ministero delle Comunicazioni accentravano responsabilità di vario ordine non ultima quella di vigilare sui diversi attori che occupavano lo spettro radio. Molte cose sono mutate nel tempo e dopo che il MiSE ha accorpato il settore telecomunicazioni (TLC) continua ad esistere una struttura governativa che si occupa esclusivamente delle problematiche legate alle radiocomunicazioni negli aspetti di monitoraggio delle emissioni per la verifica della conformità con le normative vigenti o con quanto concesso all'utente utilizzatore. Sono questi uffici cui vanno indirizzate le richieste per individuare la causa di disturbi alla ricezione in ambito domestico come aziendale, particolarmente utenti pubblici e privati che lamentano l'uso non autorizzato di un ponte radio o l'occupazione in modo abusivo di frequenze già destinate ad una diversa utenza.

Il campo di frequenze oggetto delle indagini nei diversi uffici locali è compreso principalmente tra i 30 MHz e i 26 GHz, quindi a partire dalle VHF ed a salire, dove sono allocati i vari utilizzatori nazionali con ponti radio e link di trasferimento, reti radiomobili, collegamenti tra punti fissi, reti radiofoniche FM / DAB e TV Digitale Terrestre. Gli uffici locali dispongono di vari apparati e strumenti RF, gli impianti sono inoltre di due tipi per rispondere alle diverse esigenze richieste. Vi sono postazioni fisse dove sono installati ricevitori ed un parco antenne completo per ogni misurazione, a queste si affiancano unità mobili che si spostano sul territorio per rilievi locali adottando procedure standardizzate. Queste unità nella concreto impiegano dei furgoni attrezzati con ricevitori di misura ed antenne a larga banda di tipo log-periodiche per le VHF/UHF oltre a direttive con riflettore parabolico per le microonde.

Panoramica del parco antenne VHF/UHF/SHF poste sul tetto di una sede del MiSE

Una nota merita l'accoppiata di antenne log-periodiche a polarizzazione incrociata per VHF/UHF che troneggia sopra taluni edifici delle sezioni MiSE, questo inusuale impiego di due antenne puntate a diversa angolatura ed integrate in una singola struttura ha lo scopo di creare un doppio diagramma di irradiazione commutabile sfasando i segnali raccolti dalle singole antenne e successivamente combinati insieme. E' così possibile avere un lobo centrale molto ristretto con qui fare rilievi di ampiezza discriminando dalle emissioni su identica frequenza ma provenienti da altre direzioni, oppure - aspetto importante, ottenere un doppio lobo a farfalla con un nullo centrale estremamente utile per localizzare con precisione l'esatta direzione di provenienza del segnale e con questo eseguire rilievi per intercettazioni e triangolazioni.

Il radioascolto in senso lato non è dunque una prerogativa degli appassionati ma configura una vera professione, svolta da tecnici qualificati, di assoluto rilievo in un contesto attuale dove l'ambito wireless gioca un ruolo di primaria importanza sia per il comune cittadino che per gli attori economici e governativi.

Il monitoraggio radio secondo l'ITU

A causa del continuo incremento nella richiesta di spettro radio è chiaro che le tecniche di monitoraggio devono tenere il passo con il progresso del settore. Per tale ragione il Radiocommunication Study Group 1 della ITU, l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, ha lavorato per aggiornare i metodi e gli standard utili a mantenere un controllo sulle emissioni a radiofrequenza. Lo spettro radio è, ricordiamolo, una risorsa naturale assai limitata e si dimostra essenziale che il suo utilizzo sia il più efficiente così da permettere al maggior numero di soggetti di farne uso. In tale ottica una efficace gestione delle frequenze è un elemento chiave per assicurare la coesistenza di reti ed utenti diversi senza che uno causi interferenza all'altro. Il monitoraggio dello spettro RF è uno degli strumenti principali per questa gestione consapevole.

Una stazione di monitoraggio mobile offre le stesse funzioni di una stazione fissa ma può essere dislocata da un luogo all'altro con facilità. Questa configurazione fornisce le risorse per compiere misure che rispondano a specifiche esigenze del momento, soprattutto quando è necessario posizionare l'attrezzatura ricevente entro la linea di vista (LoS) non ostruita nel percorso del segnale che si desidera analizzare.

Le immagini mostrano esempi del set-up base per le stazioni mobili adibite al monitoraggio dello spettro radio come da implementazione tecnica suggerita dall'ITU. Si noti che viene presa in considerazione sia l'impiego di auto quanto di un furgone. La differenza consiste nel tipo di antenne ed apparati di misura (ricevitori calibrati) da ospitare. La seconda soluzione in particolare facendo uso di uno o due mast telescopici permette di innalzare sia antenne a larga banda che direttive per le V/UHF.

La principale limitazione delle antenne per una stazione mobile di monitoraggio concerne la dimensione. Per assecondare lo spazio disponibile le antenne devono, forzatamente, essere piccole. Di conseguenza nel caso di frequenze relativamente basse, al di sotto dei 30 MHz, si ha la possibilità di stendere strutture che sono una frazione della lunghezza d'onda. Si utilizzano allora antenne loop, su base di un nucleo magnetico oppure aperte, per raggiungere la necessaria compattezza e per riuscire a disporre di un lobo di irradiazione che permetta di discriminare la direzione (DF) dalla quale giungono i segnali. Per frequenze superiori a 30 MHz sono disponibili invece varie antenne omnidirezionali, tra queste i classici stili verticali, oltre che soluzioni adatte all'analisi DF su varie bande. Queste ultime poggiano sull'uso di antenne Yagi, log-periodiche, dipoli, biconiche. Molte delle antenne per stazioni mobili possono essere montate permanentemente nel veicolo, sia per mezzo di pali telescopici che entro dei radome posti sul tetto. Comunque per frequenze superiori a 1 GHz vi può essere la necessità di utilizzare antenne non fisse, ovvero facenti parte della dotazione tecnica della stazione ma all'occorrenza installate a suolo od in altra posizione. Esempio classico sono le antenne paraboliche, molto efficaci del determinare la direzione di provenienza di un segnale, ma che per ingombro e manovra richiedono sovente di essere sistemate su un treppiede in posizione comoda alle misure da compiere.

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